Il Centro di Educazione Ambientale di Stagnali - Storia e finalità del Compendio
I "Baraccamenti militari agli Stagnali" di Caprera erano in origine un grande insediamento realizzato dal Ministero della Guerra (ramo Marina) all'inizio del secolo scorso ed utilizzato come caserma per ospitare i 630 uomini della terza Compagnia del Battaglione Bersaglieri ad uso alloggi, magazzini, uffici, cucine, refettorio e stalle per cavalli e muli.
Agli inizi del Novecento i capannoni dove oggi sorge il Centro di Educazione Ambientale, erano occupati dalla III Compagnia del Battaglione Bersaglieri. L'insediamento di Stagnali, sorto su terreni espropriati agli eredi di Giuseppe Garibaldi, è stato previsto per l'accasermamento di truppe mobili di soccorso al litorale, allo scopo di assicurarsi la difesa dell'arcipelago contro un tentativo di sbarco e impedire al nemico un ancoraggio sicuro nelle acque interne.
All'interno di un lungo trinceramento furono approntati baraccamenti e magazzini per il ricovero di almeno 500 uomini, padiglioni per gli ufficiali, cucine, cisterne, lavatoi e tutti i servizi necessari, per un totale di 90 ambienti delle più varie dimensioni, una superficie coperta di 2.700 mq e una dotazione di servizi comprendenti 7 cisterne capaci di contenere più di 550 mc di acqua potabile.
Per approvvigionare l'isola di materiali e mezzi in modo agevole e continuo, fu costruito un molo per l'attracco delle navi ed un tronco ferroviario a scartamento ridotto per il trasporto dei proiettili alle polveriere. Il progetto per il recupero del complesso di Stagnali è collocato nel quadro di un progetto più generale di rifunzionalizzazione dell'intero sistema dei forti dell'arcipelago, consistente, oltre al sito di Stagnali, in più di 50 fortezze, alcune delle quali di grande imponenza strutturale, dislocate sulle più importanti isole dell'arcipelago.
Ciò non prescinde dal restauro conservativo e dal conseguente riuso per una serie di funzioni che non snaturino i caratteri architettonici e non contraddicano la destinazione originale.
Il concetto posto alla base del progetto si identifica con quello di "restauro conservativo", la cui finalità dichiarata è quella di non snaturare il carattere delle costruzioni esistenti e di non contraddire, con la ricerca del "nuovo uso", le funzioni per le quali sono nate, operando nei limiti delle volumetrie originarie e nel rispetto dei loro caratteri distributivi e costruttivi.
Gli interventi previsti sugli edifici esistenti sono stati improntati al più rigoroso rispetto dei principi che informano il restauro degli edifici storici, che trovano fondamento in quelli prioritari del "minimo intervento", della "reversibilità alle condizioni originarie dell'edificio", della "compatibilità fisico-chimica degli interventi", della "distinguibilità delle eventuali integrazioni", del "recupero dell'autenticità e della attualità espressiva delle aggiunte eseguite con materiali e tecniche aggiornate" (ved. Carta di Venezia del 1964), sia nelle parti strutturali (consolidamento di fondazioni, ripresa e consolidamento delle murature col metodo cuci-scuci, restauro e ricomposizione delle capriate in legno e in ferro esistenti, revisione e ricostruzione delle coperture con tecniche e materiali simili a quelli impiegati originariamente, ecc.), che in quelle accessorie (ripristino degli intonaci interni ed esterni con materiali deumidificanti, ripristino delle pavimentazioni interne in battuto di cemento e di quelle esterne in basolato di pietrame granitico, rifacimento degli impianti a rete, ecc.).
Particolare attenzione sarà posta nella depurazione dei reflui che verranno riutilizzati per l'irrigazione delle aree a verde e dell'orto botanico.
La proposta progettuale che l'Ente Parco ha avanzato per il recupero ad un nuovo uso (chiedendo di modificare in senso positivo la "difesa del territorio" intesa nel suo significato militare in quella per la difesa delle sue caratteristiche ambientali e morfologiche) di un patrimonio tanto vasto e significativo mira ad una iniziativa di conservazione unitaria che possa trovare nella varietà compositiva dei differenti edifici la soluzione alle diverse esigenze di funzionalità, assumendo come requisiti di fondo:
- l'internazionalità, che consente di rapportarsi con una utenza più diversificata aperta all'apporto degli studiosi di tutto il mondo, con le evidenti ricadute economiche e culturali che ne deriveranno dalla frequentazioni di corsi di aggiornamento, perfezionamento e specializzazione, settimane di studio e ricerca, stage, master, ecc;
- la permanenza funzionale, e con essa il vantaggio di una presenza continua, non più legata soltanto al turismo dei mesi estivi, ma collegata alle diverse attività che si svolgeranno durante l'anno attraverso convegni, mostre e di tutte le altre attività legate alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente.