• Punti di immersione protetti (PIP): i gioielli del Parco accessibili ai soli diving autorizzati


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    I fondali dell'Arcipelago, veri tesori da proteggere, costituiscono una delle risorse più importanti del Parco di La Maddalena e proprio per il loro valore ambientale i principali siti di immersione sono particolarmente frequentati dai centri diving del territorio.
    Novità dell'estate 2011 è l'istituzione da parte dell'Ente Parco, grazie all'intenso impegno dell'Ufficio ambiente, dei Punti di immersione protetti (PIP), le cui misure di protezione sono state varate nei giorni scorsi -- con la consegna delle bandiere identificative -- alla presenza degli operatori autorizzati e del Comandante della Capitaneria di porto di La Maddalena Fabio Poletto.

    I Punti di immersione protetti (PIP)
    Con l'istituzione dei PIP (Punti di immersione protetti) nei siti Secca di Spargi (Secca di Washington), Secca di Spargiotto, Punta Coticcio, Grottino di S. Francesco, l'Ente Parco intende preservare i fondali dall'ancoraggio, tutelare l'incolumità di coloro che effettuano attività di immersione all'interno dei siti e salvaguardare gli habitat e le dinamiche evolutive che permettono di implementare gli stock ittici nell'intera area marina del Parco. L'accesso alle aree PIP è consentito esclusivamente ai diving autorizzati dall'Ente di via Giulio Cesare in possesso di una bandiera alfanumerica che identifica in modo univoco l'operatore e ne attesta il diritto ad effettuare l'immersione sportiva; i mezzi dovranno essere ormeggiati alla boa sommersa installata dall'Ente Parco all'interno del sito protetto. Ogni operatore -- nel numero massimo di due alla volta per ciascuno sito -- potrà accompagnare sott'acqua con almeno due guide un massimo di dodici persone e i liberi subacquei potranno effettuare immersioni nei PIP solo se accompagnati dai diving autorizzati. Oltre al divieto di esercizio di attività di pesca sportiva e professionale, di immersioni notturne e di asportazione di qualsiasi specie animale e vegetale, la velocità massima consentita per i mezzi degli operatori all'interno di queste aree è pari a tre nodi.

     

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